WCW: LE (DIS)AVVENTURE DI COLLISION IN COREA

 WCW: LE (DIS)AVVENTURE DI COLLISION IN COREA


Un saluto a tutti appassionati di wrestling e bentornati in un nuovo articolo.
Vi faccio una domanda: quanto è importante per una federazione di wrestling americana sapersi pubblicizzare anche al di fuori della propria nazione?
Durante gli anni abbiamo visto spesso pay per view WWE svolti al di fuori dei propri confini: non sono nuovi show fatti in Canada, Inghilterra, Porto Rico, per non parlare degli eventi registrati in Arabia Saudita.
Ma nel 1995 la WCW deicse di affrontare una trasferta che, dati i problemi riscontrati, non fu più replicata da nessuna compagnia: una trasferta in Corea del Nord.
Ed oggi sono qui per parlarvi di quello storico (anche se per le ragioni sbagliate) pay per view che fu Collision in Corea 1995.
Ma bando alle ciance e cominciamo subito.


Inoki e Flair dopo il loro incontro a Collision in Corea


Nel 1995 la WCW era in guerra aperta con la WWE, disposta a tutto pur di avere un' audience maggiore degli acerrimi rivali.
La "battaglia degli ascolti" stava da tempo andando a loro favore, ma Eric Bischoff, preseidente della compagnia, decise di espandere ulteriormente il suo marchio con un evento in Corea del Nord: Collision in Corea, appunto.
Esso avrebbe rappresentato una collaborazione tra la WCW e la NJPW, federazione giapponese di wrestling tutt'oggi attiva e molto conosciuta.

Eric Bischoff
Fin dal suo annuncio questa decisione generò un mix di diffidenza e paura all'interno della compagnia, oltre ad un generale dissenso dei fan.
C'era molta preoccupazione riguardo al governo della Corea del Nord, paese da sempre molto chiuso nei confronti del mondo occidentale.
Come se non bastasse, quell'anno la nazione orientale era finita all'ultimo posto globale per libertà di stampa, peggiorando la già "sinistra" reputazione che gli americani nutrivano nei suoi confronti.
Quindi, dati questi tutt'altro che limpidi presupposti, perchè fu scelta proprio la Corea del Nord?
A quanto pare l'idea nacque da Antonio Inoki, leggenda giapponese del wrestling nonchè fondatore della NJPW, e fu lui a chiamare Eric Bischoff chiedendogli una collaborazione.
Il nipponico vedeva infatti la buona riuscita dell'evento come un'ottima opportunità politica, sostenendo anche che sarebbe stata una grande vetrina per la WCW nel mondo del wrestling orientale.

poster di Collision in Corea 1995
Bischoff accettò, non riuscendo tuttavia a soddisfare tutte le richieste di Inoki.
Quest'ultimo infatti premette particolarmente per la presenza di Hulk Hogan con l'idea di inserirlo nel main event contro di lui, ma l' "Hulkster" si rifiutò di prendere parte all'evento per paura di come il pubblico nordcoreano avrebbe reagito al suo personaggio del tutto pro-America.
Come avversario di Inoki si scelse allora Ric Flair, altro grande nome della federazione, il quale sarebbe volato in Corea del Nord assieme ad un gruppo di wrestler in rappresentanza della WCW.
Una volta atterrati all'aereoporto di Pyongyang, il governo requisì tutti i passaporti dei già diffidenti lottatori e di tutto lo staff, dando fin da subito la sensazione di essere dei prigionieri più che degli ospiti.
Tutti furono inoltre obbligati a porre i loro omaggi a Kim Il-Sung, leader nordcoreano morto l'anno prima, nonchè ad indossare giacca e cravatta in ogni situazione.

A poche ore dal loro arrivo, tutti gli addetti ai lavori della WCW provarono un forte disagio, specialmente i lottatori, assolutamente poco tranquilli e con la sensazione di essere chiusi in gabbia.
Un evento particolare si verificò la mattina successiva quando Eric Bischoff decise di andare a fare una corsetta, subito fermato e rimproverato di essere uscito senza permesso.
Per evitare problemi, i lottatori decisero allora di starsene chiusi in albergo durante tutta la loro permanenza, evitando shopping e fotografie (tra l'altro vietatissime).

Scott Norton
Ma l'episodio più traumatico capitò sicuramente a Scott Norton.
Il lottatore stava infatti avendo una forte discussione al telefono con la moglie, la quale lo accusava di esserle infedele.
Norton rispose che lui non la stava affatto tradendo, e che anzi il posto in cui si trovava era orribile e che non vedeva l'ora di tornare da lei.
Ma proprio in quel momento la linea telefonica si interruppe, e nel giro di pochi minuti un gruppo di soldati nordcoreani fece irruzione nella sua stanza.
Il povero wrestler fu isolato in una stanza e accusato di aver parlato male della nazione, cosa illegale in Corea.
Alla fine in qualche modo Norton riuscì a cavarsela e fu lasciato libero, con l'obbligo tuttavia di non dire più niente di negativo sulla Corea del Nord, pena l'arresto, se non peggio...

Parlando ora dell'evento, esso fu diviso in due serate, non presentando neppure un incontro sufficiente.
I lottatori americani erano fin troppo turbati dagli eventi dei giorni precedenti, per cui era impossibile far bene, e dovettero inoltre fare i conti con una cosa cui non erano per niente abituati: l'assoluto silenzio della folla.
I cori dei palazzetti statunitensi erano ben lontani, coi fan che accennarono a qualche "esultanza" soltanto durante l'incontro fra Flair ed Inoki; un vero peccato data la splendida cornice di pubblico.

palazzetto di Collision in Corea

La mattina dopo i lottatori erano pronti, anzi, impazienti di ripartire.
Prima di ciò, tuttavia, il governo aveva un'altra richiesta: fu detto a Ric Flair di fare un discorso pubblico in cui avrebbe dovuto elevare lo stile di vita e il modello politico nordcoreano su quello americano. Il "Nature Boy" però si rifiutò, incredibilmente senza conseguenze, limitandosi a ringraziare il paese per l'ospitalità.
La leggenda narra che, una volta rientrati negli Stati Uniti, Flair si sia inginocchiato a baciare il suolo americano, felice di essere finalmente tornato in patria dopo quella disgraziata avventura in Corea del Nord.





Questo è stato Collision in Corea 1995: una grossa occasione sprecata che avrebbe potuto, anzi dovuto, essere un evento per dimostrare quanto due nazioni, pur con ideologie e pensieri completamente agli antipodi, potessero comunque convivere e collaborare in tranquillità e armonia, alimentando e sottolineando invece le differenze fra i due stati, regalando al mondo un messaggio tutt'altro che positivo.
Nella speranza che abbiate apprezzato l'articolo, io vi mando un forte abbraccio e vi saluto.
Alla prossima!!









                                                                                                                   Francesco Calloni





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